Il bisogno carnevalesco, l'esagerazione,
il dialetto, le pose della rabbia e dell'amore,
la scabbia grattata, lo sguardo lupesco

a un corpo sudato, nel buio le urla della paura,
le bestemmie (per una sventura) al signore
che per primo attraversa la strada,

leopardi-vergogna in un giardino
di zebre, i balzi di palazzo in palazzo
come un gigante, pianeti e storie lontane,

una liana al di sopra di una buca di serpi,
le corse schiacciando lumache tra i denti,
la prima risposta pensata, alzare le gonne,

la sottilissima peluria che ricopre le donne
in controluce, l'incompresa fine della storia,
insoluti, incerti, la permanenza sopra una colonna

buttando giù vermi, la corsa, la voce
di un muto loquace che parla ma tace:

nella stanza c'erano tutti a piangerlo quel giorno
- unto, defunto e col capello tinto -
si alternavano per trovare le migliori parole
in memoria del caro istinto.