Calendario d'amuro


Per l’altra metà del gruppo,
da molto lontano



Gennaio
Per cominciare,
ricordando che muro
fa rima con futuro,
pretenderemo una porta per ogni parete,
disegnata, scalfita, o magari reale,
di quelle che ci appaiono sempre chiuse;
la chiave, però, dovrete trovarla voi.

Febbraio

Avremo voglia di leggere ciò che i muri stessi hanno da dirci,
quindi ci spalmeremo sopra acqua bianchissima, neve forse,
in attesa del gorgoglio di sillabe
fatte di calcinaccio e smog.

Marzo

Crivelleremo
i muri
con versetti
appuntiti,
bombe di fogli A3 e A2 si spargeranno come laghi verticali;
l’equinozio però è timido,
lo spieremo nascosti
dietro un cespuglio.

Aprile
Saremo impegnati a fabbricare pomeriggi
da ricordare da vecchi;
il cielo provvederà a far gocciolare
alcuni tramonti acerbi
sui tetti e i muri più nascosti.

Maggio
Nel mese in cui fiorivano
rose, rosari e rosse bandiere,
germoglieranno i vostri sguardi
piantati in chissà quale vicolo
nella nebbia dell’inverno.

Giugno
Per le strade ci sarà bisogno di appendiabiti e di grucce
su cui seppellire sciarpe, scialli e sguardi scialbi e bassi:
sorrideranno i seni ancora candidi
delle ragazze, anche di quelle mai notate prima,
che il sole saprà scoprire con dita maliziose ed esperte.

Luglio
Sui muri secchi le cavallette
intarsiandosi tra le crepe
disegneranno le poesie
imparate sotto spighe
ormai morte.

Agosto
Dal sudore dell’intonaco e del catrame
si spargerà nell’aria un aroma di imperi passati
che nessuno più coglie,
che la vecchia scaccia col ventaglio,
che il cane sfatto fiuta, ma non comprende.

Settembre
L’autunno sarà puntuale
coi suoi grappoli di impegni, lamentele e speranze;
ma ciò che più conta
è scovare l’impronta dell’ultimo raggio
che ricorda il mare.

Ottobre
Le foglie rugose scriveranno le loro strofe crepitanti
sui muri e sugli acciottolati;
noi le tradurremo umilmente in versi rossastri.

Novembre
Si deve esser tristi,
quindi inchioderemo quattro lembi di nebbia ai muri;
se saprete sollevarli
troverete il solito cielo azzurro
insostenibile nella sua assenza di confini
che deride lo spessore della nostra pelle.

Dicembre
Per le notti lunghe come millenni
accenderemo versi sguizzanti e snelli
restii alle catene del foglio e del freddo,
nella ricerca forsennata
dei fuochi pirotecnici
che le vostre palpebre cercheranno di attutire
ma che ormai vi danzeranno nelle iridi.