De Sica/poeta detta alla Valeri/dattilografa una lettera d’addio, in cui comunica all’ex datore di lavoro che si sta per uccidere. La ragazza, impietosita, cerca di convincerlo alla vita:
Valeri: Scusi non vorrei intromettermi, vero...
De Sica: Forse capirà tutto se le dico che non ho nemmeno di che pagarle questa lettera. Mi perdona?
V: Senta, per la lettera non importa, sarebbe 60 lire, ma fa niente lo stesso. Ma lei la spedisce proprio?
D: È un momento brutto, la radio ha sospeso la mia rubrica “Il Canto dell’Allodola”. L’ha mai sentita? Bè, sospesa. I giornali! ma li legge i giornali? Tutta cronaca nera, concorsi di bellezza, scandali, marziani. Niente poesia o letteratura. Ma allora come fa a vivere un - scusi la mia immodestia - un poeta. Dove scrive? Sui muri?! E allora basta. Basta...
da Il Segno di Venere (con A. Sordi, S. Loren, P. De Filippo, F. Valeri, V. De Sica - regia di Dino Risi - 1955)