Poesia per un dispaccio dell'ANSA
“A loro conviene che noi a N* stiamo scamazzati,
che se noi non stiamo scamazzati
loro non stanno ricchi”
(Giuseppe, lavapiatti, 18 anni)
– 17 giugno 08.34 N*: due morti in agguato.
Agguato camorristico a Melito, in provincia di N*. –
E tanto basta.
Che tanto le parole che possono fare?
I proiettili attraversano i buchi delle “o” e delle “a” e di tutte le vocali
gli altri caratteri li perforano
la parola “camorra”, che ora è più trendy chiamare “Sistema”
le “o” della parola “morto” come le orbite di un cranio
Le parole hanno altro cui pensare
il canone letterario europeo
gli errori nelle tracce della maturità
No
Le parole possono farti pensare
possono tirarti gli occhi a guardare oltre
il muretto di due righi
del dispaccio dell’ANSA
E allora io, che sono solo un foglio che gocciola su un muro
metto lo sgambetto al tuo sguardo
perché oggi questo muro è N* e puzza di immondizia e salsedine
e tu sei uno dei tanti abitanti di N*
e puzzi di immondizia e di salsedine
Io metto lo sgambetto al tuo sguardo che scorre veloce
non preoccuparti dei graffi e della polvere che già li azzanna
guarda oltre il muretto:
dietro quei due morti
non lo vedi il mostro? ma come,
non riconosci il completo perfettamente stirato
e il fuoristrada luccicante come l’occhio d’una serpe?
“Camorra”, “Mafia”, “Sistema”, “Morto”
le parole aiutano a fuggire, a non vedere le dita del mostro che ci scorrono vicino
beh, io te le indico, non preoccuparti dei graffi delle sue unghie:
e allora lo vedi il cemento che si riversa nelle periferie
e stranamente ha il rumore delle valigette piene di contante
puoi immaginare che “Casalese” (1) non è il nome di un formaggio
la vedi la lunga autostrada, ficca le pupille nell’asfalto;
è sottile, vero? puoi immaginare cosa significa un “subappalto”
e prova a mettere la testa nelle tue nike “che ho pagato pure poco”
come uno struzzo metropolitano, lo vedi un paese lontano e sudato
e il porto di N* e una raffica di kalashnikov
Al modico prezzo di due morti e quattro graffi
hai intravisto il mostro
le nuove regole della ricchezza
“Camorra”, “Mafia”, “Sistema”, “Morto”
che parole ingenue:
100 miliardi di euro/anno (2),
questo è il temine giusto.
Un morto ammazzato ogni due giorni e mezzo negli ultimi vent’anni
il costo degli investimenti.
Io sono un foglio sbagliato, ci vorrebbe un modulo di bilancio
con entrate e uscite dettagliate
un foglio excel
con tanto di intestazione: “Azienda Licciardi, Azienda Di Lauro, Azienda Nuvoletta (3)”…
“Camorra”, “Mafia”, “Sistema”, “Morto”
Ingenui.
Imprenditoria. Esportare lo stile italiano all’estero.
Mettere in circolo capitali liquidi e freschi come ruscelli della portata del Rio delle Amazzoni.
Contatti con tutto il mondo, dollari pronunciati in cinese spagnolo napoletano lombardo.
Soffiare cocaina sull’Europa come zucchero a velo sul pan di spagna,
abbattuto il costo di eroina e giocattolini elettronici.
Diffondere felicità.
Un morto ammazzato ogni due giorni e mezzo negli ultimi vent’anni
il costo degli investimenti.
Le parole sgambettano, non rialzarti ancora
perché come mai conosciamo tutte delle tette di Paris Hilton
non sappiamo nulla del faccione senza senso di Paolo Di Lauro (4)
dell’inguine grasso di Pietro Nocera (5)
che ingoiavano capitali e caricatori quasi fossero pistacchi
e poi gettavano le scorze
mentre tutti disegnavamo punti interrogativi sulla maschera di Provenzano
Ma a noi piace immaginarlo con la mascella buona di Marlon Brando, il mostro
le magliette col Padrino tirano come quelle del Che,
piace vederlo cattivo e lucido come “Il Camorrista” (6)
in cui si nascondevano coltelli a serramanico nel buco del culo
E invece forse lo stai indossando, il mostro
o ti sibila nelle orecchie,
quel cellulare e quel lettore mp3 d’occasione, “che tanto rubano tutti”
legge le stesse pagine dei giornali su cui ti soffermi tu
quelle della finanza, quelle dove si affastellano i valori dei titoli come le setole di una scopa
“Camorra”, “Mafia”, “Sistema”, “Morto”
Poveri ingenui.
Homo oeconomicus, ecco il termine giusto
pensiero e mano del profitto
Ora alzati, leccati quei quattro graffi
che puzzano d’immondizia e christian dior
ormai quella puzza ce l’hai nel sangue
contagiato da queste parole
di un foglio che gocciola da un muro di N*
ora non puoi dirti mai più pulito
hai dentro le N* di tutto il mondo
col loro reticolo di strade e maledizione
con la loro voglia di risorgere sommersa dai funerali di Mario Merola e Maradona
con la loro gente bene che “lo Stato ci ha lasciato soli”
hai dentro la ragnatela di denaro e morte che avvolge i continenti
hai intravisto il ragno, ti sorride
Ora hai solo una speranza di sopravvivere:
conoscerlo
e cercare una cura.
Tutto a causa di due righe dell’ANSA.
Le parole sono pericolose.
***
(1) Appartenente al clan camorristico operante nella provincia di Caserta (Casal di Principe) con ramificazioni nazionali ed internazionali.
(2) Dato dichiarato da P. Vigna, ex procuratore nazionale Antimafia.
(3) Nome di alcune delle principali famiglie dell’attuale Sistema.
(4) Detto Ciruzzo o' milionario, boss del clan camorristico operante nei quartieri napoletani di Secondigliano, Scampia, Miano, Marianella, Piscinola, nei comuni di Casavatore, Melito, Arzano, Villaricca e Mugnano e a L'Aquila, protagonista della sanguinosa Faida di Scampia, in cui alcuni suoi fedelissimi (gli Scissionisti) gli si ribellarono contro (2004).
(5) “Manager” del clan dei Nuvoletta, leader nel controllo del racket e del narcotraffico.
(6) Film del 1986 di G. Tornatore, sulla figura di Raffaele Cutolo.
Fonti e Mari:
– R. Saviano, Gomorra, Mondatori, 2006
– M. Scanni – R. H. Oliva, ’O sistema (libro + film), Rizzoli, 2006
– Napoli vita morte miracoli (film), regia di M. Parissone – R. Burchielli, 2007
– G. Bocca, Napoli siamo noi, Feltrinelli, 2006
– Relazione semestrale DIA, secondo semestre 2004
– www.osistema.org