Spiaggiàti come africani latrati
al sole e al fradicio dell’alba estiva,
raschiano le lamiere sullo scoglio
emerso biblicamente, piantato
nel Canale di Sicilia. Aguzzo.
Come il dente di un lattante
cede per troppa lingua che lo smuove
a tutte le ore del giorno, le coste
irridono sfiancate dalla luce
fissa l’imbarcazione rugginosa
immobile tra la schiuma e le onde.
Riassumiamo: le due estremità
del mare giacciono, mitili o fichi
essicati, mentre il Mediterraneo
cialocca come il vino nella bocca
sdentata di un ubriaco. L’unica
spina ferisce una imbarcazione
grossa così (-) vista da Google Map.